l’energie cognitive oggi sono esaurite, se incappassi in descrizioni diventerei vistosamente confuso e senza doti conclusive. ti immagino però facilmente alla ricerca di mie notizie, in quel che soprattutto ti riguarda. questo mi fa sorridere, di quei sorrisi rilassati e lunghi, terapeutici. le sensazioni provocate da quanto abbiamo condiviso diventano sempre più piacevoli. io, pezzo di legno, tenterò di smussare i mie angoli, poco garbati talvolta, quindi per questo coperti. ieri avrei dovuto esprimermi, ma alcuni ostacoli aiutarono a farmi utilizzare il tempo in altri modi, cosi persi la lucidità richiesta ed oggi, non è proprio il caso.
ragionando mi scopro ragazzino dove meno vorrei esserlo; ma è una situazione necessaria dato il mio scarso impegno negli anni nelle situazioni di questo tipo. invece, arrivati nella stanza degli specchi, dove, ad ogni specchio, v’è riflesso qualcun’altro, lì mi sento molto maturo, a mio agio; anche se con un certo sapore amaro, solito sottofondo. un’incredibile quantità di persone conosciute, come non ne vedevo da mesi, anche se quanto ricerco adesso è altro. scatta la mezzanotte e si sparano i fuochi, alcuni bambini già a letto, saggi.
sono sceso dalla carrozza e i torcioni sono impazziti nell’intestino. la sensazione di un momento cestinato, cestinato per incompetenza. anche se non credo sia questione d’incompetenza. sembra timidezza protettiva, visto l’ancora odierna esposizione di quei minuscoli pori feriti, minuscoli ma completamente indifesi.
fruizione di parole, fiume che scorre forte ma non travolge, al creare della sua prima pozza ne riposiamo e ci conosciamo. dire se volessimo remare verso la prima rapida non oso. c’è il sole che alimenta il bisogno di rilassamento. la cascata d’acqua calda è quanto dovremmo condividere, le rapide le lascerei a chi ci crede.
i miei piedi gelati. il mio manto luminoso. uno scatto da solo oggi. vento.