ricordi? parlavamo delle volontà dell’immaginazione. ascoltavi tutto quello che dicevo mentre ti guardavi il petto. non erano gli unici due motivi per cui entrambi eravamo seduti a parlare. mentre cerco di mantenere lucida la mia dialettica so esattamente cosa vorrei che accadesse in quel preciso momento. ti fisso, mi aggrappo con le unghie a quel senso di rispetto e di non invasione della tua dimensione. cerco di mantenermi lucido ad ogni battito cardiaco che si ripropone mentre la testa si chiede a cosa stai pensando, cosa stai sentendo? cerco oltremodo di distrarre i miei pensieri dal flusso capace della mia razionalità, ma sei veicolo di qualcos’altro di assolutamente protetto dai tuoi occhi; non smetto di chiedermi cosa veramente desidereresti in quell’adesso e se e cosa ti stia creando un problema nel mio fare, perchè dopo ci ripenso e spesso il mio istinto prende la forma delle mie certezze, ed il mio “sì” alla tua domanda conosce benissimo il suo significato esistenziale, ed io invece ne rimango vergine, senza forse più aver la possibilità di conoscere cosa ti stia succedendo. un grave rammarico.
dove ha vera origine l’esigenza di nascondere certe cose che voglio scrivere? voglio scriverle in modo che non si leggano o non voglio che nessuno legga che certe cose ho avuto voglia di scrivere? dove trovo l’esigenza di nascondere l’impulso di esprimere?
capolavoro nella delusione, guardare quanto si calpesta solo per essere sicuri quanto di sconvolgente la mente ci abbia regalato. seguo con i pensieri il percorso che ho segnato. faccio fatica a ricordarmi tutto ciò che mi sia venuto in mente a riguardo mentre parliamo, perché quando penso non sono distratto da te. è un capriccio continuo il dovermi ritrovare dove e come sono. non mi alzo. non conosco dove e quali siano più quelle energie che mi permettevano di reagire. sono concetti che si sono allontanati dal mio sentire le cose. cerco di ricavare la forma originale del delirio che mi affronta. ne ricavo la sensazione dall’astratta beatitudine del cielo di notte con di fronte il mare scuro e completamente buio. la sabbia fredda e l’aria mettono a nostro agio la percezione del qualcosa. siamo soli quando facciamo dei sogni. non è detto che questi siano anche di altri.
di sincerità portiamone in avanzo.