carta bianca. totalmente stanco di cercare riferimenti per creare una parvenza di disillusione, quel qualchè possa permettere tangibilmente anche a te di comprendere qualcosa. è un procedere totalmente lontano dalla mia speranza d’esporre, di raccontare come digerisco. perchè è quello che sto facendo. sto raccontando come digerisco una cena imbarazzante, dal punto di visto etico e culinario. infatti perfettamente cadono di tasca tutti i tasselli pronti da applicare sulla magnetica via..cercare l’acqua potabile mentre nuoto nel mare. con le mani lucide accompagno l’aerofagia alla bocca, e ingoio sperante di qualcosa di già raccontato. riconosco immediatamente uno degli errori, e non mi correggo non solo perchè è troppo tardi. praticamente mi allontano da certi punti di vista mentre chicchésia creda che stia parlando con sé. non ti deve interessare che non mi interessa niente di molte persone..e non mi interessa che te ne d’isinteressi..l’inesistenza presenziale ci fa dono di un corrisposto scambio extra culturale..nell’annientamento totale di tutti gli odiatissimi approcci. il chi il cosa e il perchè non ci hanno mai accomunati. e le stonature arrivano da sé. tra un taralluccio e un cavalluccio, perchè ci piacciono i nonsensi, perchè siamo giovani pieni di vita, e siamo meglio di te. devi sapere che li vedo tutti, coloro che faccio parlare risiedono sempre davanti a me, ed io stesso mi rendo conto di evocarli, con musiche catalogabili stranamente. allora perchè non fare appello a quello che dovrei essere io. sento l’odore di un epifania il dieci gennaio, mentre mi balena il ricordo di un mafioso messaggio riguardo il non rapporto di me ed una. vorrei avere le tasche un pò più capienti, per liberare le strade di tutte quelle cacche ovunque. le cerco come in un cesto di bucato da stirare..agitando qua e là le mani. a caso.