di fronte l’accecante bianco del non essere, ricerco maniacalmente una matrice di suono, che possa essere un possibile specchio dove sinceramente osservarmi. tra le formalità e i ricordi, nel mio universo, lavoro come un ossesso, alla ricerca del non so cosa. gli esperimenti sono sporadici, e non si contano. che siano visivi o sonori, talvolta, non fa differenza. la ricerca consiste nel tentativo di occupare più spazio possibile, ma senza ingordigia. il risultato ogni volta è diverso e la connessione intellettuale tra di essi invece sembra perdurante, nonchè capace ogni volta di evolversi, a modo suo, nel silenzio delle immagini. la traduzione di quest’ultime ed il linguaggio si riconfermano come un problema..ed ogni mio intervento ne porterà la consapevolezza, nel dunque tentantivo di obbiettivare spersonalizzando quelle idee che talvolta con fatica, anche per me stesso, è stato difficile definire.