giallo I.

la finestra scavata sullo scoglio. non intendo verificare la quantità di luce attorno. avevo lasciato un sacco di cose dentro questo sasso dove mi nascondo; tutto è smarrito dopo il passaggio di qualcuno. mentre la digestione è difficile, a causa dei tempi culturali dei pasti, ascolto il rumore dell’acqua che mi permette di non percepire mai noia. ci sono varie incisioni di pseudo romantici sulle pareti di questi sassi. purtroppo tanti accentrano a sé troppe cose che leggono, e qui, con tutte queste frasi assieme, mi viene naturale chiedermi come facciano a leggere tutto quel che c’è come fosse rivolto a loro; sarà perchè lo faccio anch’io, sarà che magari le mie intuizioni siano invece errate, e la situazione è un’altra. mi viene da pensarlo quando osservo alcune reazioni. che sia un sorriso o uno distogliere lo sguardo. che sia cercare di andare via di fretta per rendersi conto che non v’era motivo di farlo, ma girarsi e sorridere costa molto, poi seduto da solo è amarezza. che sia avere paura di rispondere, in fondo che mai t’è stato chiesto? che sia non accettare e garbatamente rifiutare. non c’è necessariamente accezione di cattiveria in un rifiuto, dovremmo averlo capito. ma secondo me sono io che le penso certe cose visto che mai nessun’altro me ne ha mai parlato. l’importante è che questa vetrina non diventi l’espositore di quanto non “riesco” a dire, perchè non lo è. quanto mi preme lo dico, in un modo o nell’altro. queste sono storie, appoggiate naturalmente alla realtà. ma riamangono storie, senza riferimenti, perchè non c’é ne sono. con chi io stia parlando? è lecito che tu me lo chieda. ma se non sto parlando con nessuno è impossibile che mi venga rivolta una domanda. è nel delirio di associazioni di pensieri che prende forma questa stanza, questo spazio. è il puzzle delle cose belle che porto da fuori che colora i muri di questo sasso, solido sasso. è quello che faccio con e per te che sarebbe più facilmente giudicabile. quelle appese qui sono storie dal punto di vista di un paranoico misantropo. al limite ci puoi trovare dei ricordi, che, in quanto tali, sono belli e nostalgici. lascia che questa roccia un giorno sia completamente erosa dallo sbattere dell’acqua su di essa, e queste storie spariranno. intanto facciamo un giretto in barca oggi che non c’é troppo sole.