non scopro nulla da quei tiepidi veli c’ho cucito; li lascio lì..ad ingiallire.

dopo molto ricomincio a leggere, naturale è l’incrementar del riproporsi in me dell’animo scrittore, che, in chiaro, mi ripropone in veste di narrator di tutt’enniente.

l’animal mio vestir di tal momenti è zozzo, però molto invitatore dell’ascoltare.

ritrovo solo metà delle cose, riscopro solo pochi dei piaceri a cui vorrei piacere. mentre cammino seduto, nella spazzatura degli alter ego più beceri, all’oggi.

anche se solo per una volta ti fregano, e tu acconsenti per scivolare sulle tue stesse feci.

e cerco di esplorare un mefitico mondo virtuale, che non più si propone disponibile, altrochè: scopro dunque di essere vecchio, perchè non partecipante a quelle attività  di quelli della decade successiva. muore l’obbiettivo di esser come loro, cioè di avvicinarsici. ma persone, troppe persone, credon davvero di viverci.

imbarazzante. mentre noi stiamo qui a ridere. e quindi maledetta la incomunicazione, che c’affligge la netta comprensione.

io comunque giuoco, e mi sposto nella squadra dei vincenti, acquistando velocità intellettiva.

imbarazzante.

i brividi.

persone che proiettano la realtà tra questi pixel. la base degli emarginati sociali.

io provo ad essere un pò più diretto. le maschere per poco si celano, ma riprenderanno sedutastante.

madonna cagna.