ti ho notata da lontano, non ho potuto non essere colpito dal tuo essere, nel semplice sostare dell’agire sapendo della possibilità d’essere notata. ho abbandonato le mie capacità premature di giudizio e ti ho vista dissolta, in mezzo a chi ti sorride e non ti capisce. sento una vibrazione sullo sterno, e colgo quell’attimo in cui sempre mi spingo in un abisso vorticoso. vedo i flussi delle tue idee dissiparsi come una nube di vapore sprecata, verso un cielo giallo, in un fresco afoso. ricopio esattamente il viso che mi ero proposto di fare in quest’occasione, richiamo all’attenzione il mio essere giovane biologicamente, mentre invecchio le mie idee per pormene di nuove quando mi sento stantio. non riesco a far camminare il fuoco, posso dare luce solo a quei momenti in cui sono fermo e mentre mi muovo sento l’esigenza di quanto spero di raggiungere, e guardo alla nostalgia di quanto abbandonato come a un operare necessario. stavolta mi muovo per comunicarti a distanza la necessità del nostro incontro; senti il mio richiamo ma ti muovi in ritardo, non potendo cogliere i miei movimenti frettolosi. sono sicuro imparerai a reagire a quest’impulsi più velocemente, notando quali sono quelle cose che ti sei lasciata andare. faccio finta di non far rumore e rievoco il ricordo di quando m’impegnai a piangere per darmi quelle sensazioni di qui ciclicamente abbisogno. sento distanze a cui non so dare nome, gioco con le espressioni; cerco sempre di confondere chi potrebbe guardarmi a mia insaputa. mi siedo al tavolo con la mia ignoranza e parliamo, cerchiamo un comune accordo che non esiste, vorrei sfogarmi nuotando. non potendo tuffarmi in nessun dove mi muovo prima rispetto ai miei impegni, per fare le cose con quella calma che non conosco e trovarmi in anticipo al mio eventuale piccolo anticipo. mi guardo in giro e non mi riconosco in niente, allora immagino la sua mano che, nel nulla buio di un qual ché inabitabile, prende la mia e immobili ci guardiamo attraverso il silenzio delle ombre. non è bastato dormire stanotte per riprendere forze, trascino i miei dubbi verso qualcosa di più astratto. oggi non è giornata per raccontarti come mi sento.