sicurezza.

non ho potuto fare a meno di servirmi l’occasione d’oro di abbandonare il vivere che tanto m’affascinava a causa dei suoi costumi, delle sue maschere colorate, di tutti quelle possibilità che sembrava creare dal nulla continuamente, che tutto è possibile se sorridiamo alle cose. mi guardo attorno e mi rendo conto di come tristemente non potrei iniziare niente qua attorno senza sentirmi assediato dalla pressioni, dalle aspettative che l’ognuno si costruisce blandendo complimenti di cui non mi sarei mai vestito. perché una cosa basta dirla e la verità che se ne prospetta prende forma nei pareri altrui, e i personaggi si definiscono di questo, e le spesso sicure delusioni si concretizzano nelle assenze di quei momenti importanti. non mi stupisco di chi si ricorda il mio nome sorridendo, grandi pacche sulle spalle e il vigore di uno sguardo vestito di culture ben progettate. tradisco formalmente il mito che mi ha preceduto e procedo per quelle mie visioni che fino ad oggi mi hanno permesso di camminare, purtroppo, forse, stanco delle parole altrui. passeggio e preparo quei miei bei discorsi per quel giorno che mi si presenteranno di fronte quelle orecchie secondo me meritevoli delle mie silenti fatiche. prenderò la sua mano. dirò solo le profonde verità che abitano il mio animo. non ho altro modo di amare adesso.