coesistere.

il ritardo è dovuto causa impiego dei tuoi sapori a chiedere a te stessa se questa volta ne valga la pena di spingersi oltre, di varcare quel limite che quella che si fa chiamare vita si vanta tanto di averci insegnato. afflitta dalla tua incapacità di mostrare agli altri quanto tu abbia ragione ti poni dei dubbi oltre un consueto limite d’indagine posto tra il tuo cervello ed il tuo cuore. provi a spiegarlo alla tua amica mentre ti rendi conto che non ti capisce. mentre passi a setaccio le tue conoscenze già sai bene a chi rivolgerti, è fin troppo scritto nel tuo guardarti attorno mentre questa persona è vicina. il contrappunto riflessivo del tuo impeto vitale è l’arte canonica della tua bellezza, cornice magnifica del tuo esistere. tetra ed invisibile costante pervade la percezione intuitiva sui tuoi movimenti e ci alziamo insieme a ritmo telepatico a causa di quanto volentieri sappiamo raccontarci pensieri. descrivi quello che bene hai pensato inciampando con le parole ad inseguire la purezza di un flusso capace di stupire la razionale operatività del tuo già naturale analizzare; sarebbe stato bello pensi averlo realizzato quando ti fui di fronte. forse inizi già ad assaporare che quell’insieme di sguardi che sentivi ben presente su di te sembra non esistere o, forse ma non troppo più probabilmente, non creare più una quantità di pressione tale da ostacolare l’espressione motoria dei tuoi prodotti mentali. dimentichi qualcosa maledicendo il fallimento di un impegno tenuto sempre sotto ampio sforzo corroborato dalla crescita della tua evoluzione, o meglio, del tuo saperti evolvere. l’impaccio e la risata ridanno sollievo prendendo forma in quella passeggiata che magari avresti comunque fatto nonostante il necessario sapore diverso che necessariamente avrebbe acquisito esso stesso dalla forza del mio essermi convinto nel tempo. ritraggo i tratti che ti rendono unica ricordandoti come motivazione del mio agire qualunque di questo oggi soleggiato a cui non avrei assolutamente mai saputo dare un significato così costruttivo che non fosse il parlare con te; è rara la fortuna di avere così tanto di cui parlare, e forse ti ricordi che sempre così fu. la mia chiarezza pallida sa dare colore alle tue certezze orfane di una sicurezza che hai scoperto ma, prima che sia tu totalmente padrona dei suoi perché, utilizzi moderatamente. la concezione moderna di silenzio che mi balza alla mente potrebbe essere per noi forte stimolo comunicativo nei confronti di noi stessi. e abbraccio l’istante in cui ci stiamo amando in segreto perché sotto gli occhi di tutti e ancora timidi di accarezzarci.