oggi.

non posso più concedermi il lusso del chiunque di pretendere che una persona pensi quanto io pensi che stia pensando. la troppa concentrazione da me veicolata nel tentativo di direzionare una relazione al solo mio scopo con la pretesa che possa essere la soluzione ideale al bene comune è uno degli aspetti del mio egoismo che non avevo mai preso in seria considerazione. guardo i graffi che non ho deciso di farmi sul braccio, gli occhi si ammorbidiscono e la testa non regge il peso dei pensieri; un immenso gruppo di idee piega la mia fisicità e delinea i sempre più opprimenti limiti del tempo. il collo è sempre teso e fa sempre caldo ovunque. a completamento della mia insoddisfazione mangio continuamente. ignaro del resto, osservo le onde e non mi pongo domande su quel domani da tanti così agognato. il vento modella quei capelli unti e mai governabili. accendo il caminetto per rievocare la memoria di quell’abbraccio così intenso costato praticamente dei mesi. niente flessioni dello spirito nei confronti di quell’umore nero che guida le decisioni; non solo l’anima è stata collocata male nell’immaginario delle persone. oggi è confusione di sapori, è l’incoscienza della non consapevolezza del peso del proprio sguardo. mi tiro più di uno schiaffo, non serve; è necessario agire sui genitali. mentre le nuvole avanzano mi sento più protetto, non competo con il nulla di un vagare denso del vociare di corpi che costantemente tentano invano di abbandonare quella povera anima così poco considerata. strappiamo i vestiti con facce da assatanati e cerchiamo di stupire i costruttori di ricchezze che ci osservano e non capiscono, le loro conclusioni irrimediabilmente si scoprono lontane dai nostri perché. abbiamo fretta di farci capire; abbiamo impeto d’essere amati. quante passeggiate ho dedicato al desiderio dell’incontro casuale. non ho più motivo di spiegarmi a chi mentre parliamo cambia discorso come cambia canale quando trascorre il suo tempo che gli piace chiamare libero di fronte la televisione. non c’è spazio per le mie idee nelle loro convinzioni. non c’è benvenuto nei miei occhi per i loro sorrisi.